mercoledì 20 novembre 2013

Se non conosci il judo sarai stuprata, foto choc in rete che colpevolizzano le vittime.



Di Viviana Pizzi
Quanto può incidere la pratica di un’arte marziale nell’evitare che lo stupro si perpetri? E’ possibile difendersi ma non si può certo eliminare il problema con una mossa di judo o di karate. Non sembrano però pensarla così tutte le persone che si impegnano a lottare contro il femminicidio.
Ed ecco che una pagina facebook intitolata “Basta femminicidio” riporta oggi questa fotografia: sessantunenne vittima di un tentato stupro a Milano si difende grazie ad una mossa di judo.  Come se bastasse per evitare un’aggressione sessuale.
La prestanza fisica è importante in uno scontro ma non è tutto. Questo non è altro che un modo per colpevolizzare le vittime a mio avviso. Come dire loro: sarai stuprata se non frequenti un buon corso di arti marziali. Una campagna incomprensibile a chi subisce uno stupro. Soprattutto a chi si sente minacciata con un coltello, a chi si blocca per la paura e a chi magari si difende dal femminicidio permettendo l’atto meno lesivo. Che in quel caso, quando si rischia di morire, è proprio lo stupro.
La colpa della donna è quella di non sapersi difendere. Questo è il messaggio che passa ogni qualvolta si invoca l’arte marziale per la difesa dello stupro. Per questo motivo noi siamo contrari a questo tipo di messaggio. Lo stupro pensiamo che si combatta invece non solo con la difesa dal punto di vista fisico ma anche psicologico. Solo se la mente è pronta a reagire ci si può salvare. Solo se la mente non blocca il corpo. E a chi dice che basta un po’ di prestanza fisica noi rispondiamo picche. Il karate da solo non basta.

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