sabato 9 novembre 2013

Formia, le testimonianze: Veronica e Paola, due donne violate che hanno saputo vincere



Di Viviana Pizzi
La prima era Veronica De Laurentiis, presidente dell’Associazione a suo nome e la seconda era Paola Colleoni, pittrice e fondatrice del gruppo “la Carrucola” di Bergamo. La terza, una vittima senza volto, ha preferito non essere citata. E noi rispetteremo la sua volontà.
Che cosa hanno in comune le tre testimoni del convegno di sensibilizzazione sulla violenza intrafamiliare organizzato nella sede del Comune di Formia? Tutte hanno subito forme di violenza più o meno gravi dai mariti e compagni.
LA VIOLENZA SESSUALE PRIMA DEL MATRIMONIO E IL CATTIVO RAPPORTO CON LE FAMIGLIE DI ORIGINE
Veronica e Paola anche una violenza prima di essere sposate. Per Veronica de Laurentiis la prima violenza subita è quella psicologica. Sua madre, Silvana Mangano, e suo padre, Dino De Laurentiis sono personaggi dello spettacolo. Di materiale non le fanno mancare niente: viaggi, cultura, feste, vestiti. Ma è il morale che manca. Veronica si sente la madre di sua madre. Fa di tutto per renderla felice ma soffre dei silenzi che quest’ultima le impone quando fa qualcosa di sbagliato. Sta male e si sente di non valere niente. Suo padre non è una persona dialogica, lui la liquidava sempre con la frase: Veronica se sei intelligente fai come ti dico io. La prima volta che non lo ha fatto, a diciotto anni, uscendo con un uomo di 45 anni, è stata violentata.
Anche Paola ha un cattivo rapporto con sua madre. La sua situazione ha sfumature orribili. Per lei la violenza sessuale arriva prima . Aveva solo sette anni quando un parente potente la invita nella sua villa lussuosa. Con un ghigno da orco la invita a subire una violenza sessuale. Ma quando si va a lavare le mani pensa alla sorellina di 4 anni. E decide di dire tutto a sua mamma. Subito dopo pensa di aver sbagliato. Sua madre invece di accoglierla le dice: “Proprio ora che stava andando tutto bene”.
LE PRIME REAZIONI E GLI INCONTRI CON I MARITI SBAGLIATI
Veronica si è chiusa in se stessa. Per due mesi dopo lo stupro non è uscita di casa. Non mangiava e non usciva nemmeno nel giardino della sua “Casa del Mare”. Esce per la prima volta con suo fratello e conosce l’uomo che tre mesi più tardi diventa suo marito. Una vocina le diceva che non era l’uomo giusto. Ma lo ha sposato lo stesso.
Paola invece ha cercato aiuto ma le era impossibile trovarlo. Non trovava nulla che si adattasse alla sua situazione. Nel frattempo trova suo marito. Un uomo duro con il quale instaura lo stesso rapporto che aveva con sua madre. Alla mamma non andava mai bene nulla di ciò che faceva così come al marito. Non ha mai accettato violenza fisica. Doveva prendersi però quella psicologica così come è accaduto a Veronica.
Veronica intanto ha avuto 4 figli dal suo primo marito. Quello che le urlava contro a ogni sua mancanza e la faceva sentire una nullità. Ci ha raccontato che quest’uomo era maniacale. Controllava tutto anche il cestino della frutta. E se qualche arancia era guasta si metteva a gridare. Lei dice testualmente queste parole: “invece di mandarlo al diavolo mi mettevo a piangere. Poi uscivo, andavo al mercato e ricompravo le arance”. Tutto questo fino a quando a 35 anni non ha deciso di troncare questo rapporto fatto di violenze psicologiche ma anche qualcuna fisica. Il giorno in cui lo comunicò al marito le arrivò la conferma che quello non era l’uomo giusto. L’uomo prese la pistola, gliela puntò addosso e le disse: “se te ne vai uccido te e i tuoi figli
 Anche Paola intanto voleva lasciare suo marito. Ma le violenze psicologiche, che alla fine divennero anche fisiche, non vennero riconosciute dai suoi figli. La madre e il marito avevano compiuto nei ragazzi il lavaggio del cervello. Facendo passare lei per cattiva e loro per buoni. Risultato fu che non ha avuto rapporti con loro per circa 8 anni.
LA  REAZIONE, LA RESILIENZA E INFINE LA SPERANZA
Veronica reagisce. Riesce a trovare la forza di lasciare suo marito ma dopo quattro anni scopre che lui ha abusato sessualmente dei figli. Dopo una denuncia e la terapia riesce a farlo condannare a 14 anni di carcere a Los Angeles. Lui però dopo 7 anni finisce di scontare la pena e viene espulso dagli Usa. Ora vive in Italia. Intanto passa da una relazione all’altra e tutte sbagliate. Non ai livelli del primo marito ma pur sempre con amarezza e delusione.
Anche Paola reagisce. Per farsi aiutare si rivolge a consultori, sacerdoti medici e psicologi inadeguati. Fino a quando non ha trovato un pedagogo che le ha saputo dimostrare che i colpevoli del suo disagio erano la madre e il marito. Una cura che le ha permesso di ritrovare la fiducia in se stessa e di recuperare il rapporto con i suoi figli
Resilienza è il termine psichiatrico che indica il sapersi riprendere e dare una nota di positività a una vita fatta di dolori.
Veronica ci è riuscita. Ha scritto due libri in cui ha tirato fuori la sua sofferenza. Ha creato l’associazione Veronica De Laurentiis e ha messo al servizio degli altri la sua esperienza traumatica. Solo così e dopo anni di rielaborazione è riuscita a uscire dalle dinamiche negative che avevano avvolto la sua vita.
Anche Paola  ci è riuscita. Ha fondato il Gruppo La Carrucola a Bergamo. Ha cominciato con incontri settimanali che servivano come autoaiuto. Poi la sua esperienza si è allargata anche al virtuale fondando il sito www.lacarrucola.it attraverso il quale raccoglie testimonianze provenienti da tutta Italia.
Veronica e Paola ora sono appagate anche nel campo sentimentale. Entrambe hanno trovato un uomo che le capisce e le appoggia in quello che fanno.
Veronica dice di se: “Ora sono una donna felice”.
E se esserlo significa percorrere strade dolorose verso la guarigione lo consigliamo a tutte le vittime che ci leggono.

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