martedì 12 novembre 2013

Fiat Cinquecento Abarth: si ritiri lo spot sessista



La lettera è stata inviata direttamente all’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne. La promotrice della petizione è Annamaria Arlotta, da anni attivista e sensibile alle tematiche della pubblicità sessista.

Occorrono ancora un migliaio di firme per raggiungere l’obiettivo su Change.org. Ecco però la lettera con cui viene chiesta la rimozione della pubblicità sessista .

“La Fiat – si legge nella missiva - ha creato uno spot particolarmente svilente per donne e uomini, nel quale una figura femminile è equiparata a un’automobile. Un uomo scorge la 500 S e immagina che sia una donna passionale che prima lo aggredisce e poi lo seduce. Quando riapre gli occhi, la seduttrice si rivela essere una Cinquecento Abarth, e la persona con la quale l’uomo interagisce è in realtà un oggetto. A miraggio svanito il messaggio è chiaro: comprami.
http://www.youtube.com/watch?v=H-fH73qIvsQ Il  claim, contenente le parole “seducente e sexy”, è uno degli elementi che concorrono a creare una sovrapposizione di immagini e concetti il cui fine è suggerire che acquistare la Fiat 500S equivalga ad avere un rapporto sessuale con una bella donna. Le réclame che utilizzano l’immagine di donna sexy per vendere qualsiasi prodotto rinforzano i vecchi stereotipi, nfluenzano negativamente il modo in cui la donna è percepita e costituiscono un ostacolo verso la parità dei generi.
Segnalazioni all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria sono già partite dal gruppo che ho fondato su Facebook, “La pubblicità sessista offende tutti” http://www.facebook.com/home.php?sk=group#!/home.php?sk=group_139046259478883&ap=1
Il Comitato di Controllo dello Iap ha giudicato la réclame lesiva della dignità della donna,“posta sullo stesso piano dell'automobile come desiderio dell'uomo, sfociando in una commistione tra donna e prodotto che condurrebbe alla mercificazione della persona.”
Di parere contrario il Giurì, che con giudizio finale non lo ha ritenuto sanzionabile perché lo spot mostra “una donna di personalità, forte e indipendente” e perché, anche se “la metafora donna-macchina esiste senz'altro” l'automobile viene "innalzata a donna".  Per il Giurì lo spot sarebbe “ironico, allegro e con script innovativo”.
Questo è nonsense! Quale che sia la personalità che il pubblicitario sceglie di dare alla figura femminile, se la usa per creare una metafora con l’automobile compieun’operazione svilente. Ma poi che personalità avrebbe una donna che sul collo ha tatuato il logo dell'Abarth, come la marchiatura di un animale, e veste degli stessi colori della carrozzeria? In questo spot non c'è nessuna donna, esistono solo una carrozzeria d'auto e una figura femminile sessualizzata interscambiabili. Tutte le note caratteriali espresse dalla modella non sono ascrivibili a una donna soggetto, ma a un modello di automobile
Il messaggio è, per il target maschile: scambia il tuo desiderio di possesso per una donna sexy con quello per un’automobile di un certo modello. Al target femminile si chiede invece di immedesimarsi con la modella seducente e accettare che donne e automobili siano viste allo stesso modo, come oggetti di desiderio di un uomo. Non c’è nulla di innovativo in questa réclame, c’è al contrario il solito vecchio sessismo, e il trattamento della figura femminile mette solo tristezza!
Chiedo alla Fiat di ritirare immediatamente lo spot e allo Iap che tenga conto della diversa sensibilità emersa in materia di pubblicità sessista, allineandosi in questo modo agli organismi di disciplina pubblicitaria della maggioranza dei Paesi europei.
Davvero una ditta che può permettersi i migliori pubblicitari ha bisogno di ricorrere allascorciatoia  donne  e motori? Già con lo spot della Panda che “non è una escort” la Fiat ha giocato sullo scambio di identità tra donna e oggetto. E’ ora che cresca anche dal punto di vista della comunicazione commerciale, è ora di rispettare donne e uomini!”

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