Di Viviana Pizzi
In tanti parlano di amnistia e indulto. Ormai non si fa altro che
dividersi tra favorevoli e contrari. Sappiamo bene però che per la sua
concessione c’è bisogno o dei due terzi del parlamento che votino il disegno di
legge presentato. Oppure di un decreto del Presidente della Repubblica.
Il Capo dello Stato sostiene che forse sia necessario per migliorare la
situazione nelle carceri italiane. Ora ne abbiamo tra le mani uno. Presentato il 15 marzo, il primo
giorno della diciassettesima legislatura, da Luigi Compagna del gruppo Gal Luigi Compagna, lo stesso che ha
chiesto di dimezzare la pena per il delitto di concorso esterno in associazione mafiosa e dal senatore del Pd sardo Luigi Manconi, noto anche per essere il
marito della giornalista Bianca Berlinguer.
L’AMNISTIA E LE DONNE
Se passasse il loro disegno di legge per le donne sarebbe la fine.
Soprattutto per quelle che subiscono uno stupro. Per quanto riguarda l’amnistia
siamo coperte. Perché non verrà concessa a chi ha riportato condanne superiori
ai quattro anni. La maggior parte dei reati di stupro resterebbero quindi tra
quelli puniti perché l’articolo 609 del codice penale prevede pene tra i 5 e i
14 anni per chi commette reati di violenza sessuale. Nonostante il rito
abbreviato può far scendere le pene al di sotto dei 4 anni se si tratta di
condanne fino a sei anni per effetto dello sconto di un terzo della pena, le
violenze sessuali non sono oggetto di
amnistia.
L’INDULTO E LE DONNE
Non è la stessa cosa per l’indulto di cui beneficeranno invece i
condannati per reati contro le donne. E’
infatti concesso indulto nella misura non superiore a quattro
anni per le pene detentive e non superiore ad euro 10.329,13 per le pene
pecuniarie, sole o congiunte alle pene detentive. Tutto questo
vuol dire che tutte le persone condannate potranno usufruire di uno sconto di
quattro anni di reclusione anche su pene di 30.
È concesso indulto, per intero, per le pene accessorie
temporanee, conseguenti a condanne per le quali è applicato, anche solo in
parte, l'indulto.
Ora andiamo a vedere quali sono i reati che non dovrebbero beneficiare
dell’indulto:
i condannati per il 285 (devastazione,
saccheggio e strage); 416-bis (associazioni
di tipo mafioso anche straniere); 422 (strage); 630, primo, secondo e terzo
comma (sequestro di persona a scopo di estorsione); 644 (usura); 648-bis (riciclaggio), limitatamente
all'ipotesi che la sostituzione riguardi denaro, beni o altre utilità
provenienti dal delitto di sequestro di persona a scopo di estorsione o dai
delitti concernenti la produzione o il traffico di sostanze stupefacenti o
psicotrope; per i delitti previsti dai seguenti articoli del testo unico delle
leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope,
prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di
cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309: 73
(produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o
psicotrope), ove applicate le circostanze aggravanti specifiche di cui
all'articolo 80; 74
(associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o
psicotrope).
E’ chiaro che i reati contro le donne
sono compresi tra quelli indultabili. Il più grave, l’omicidio (e quindi il femminicidio) sarà
soggetto a sconto di pena. Se la condanna è a 30 anni automaticamente la pena
da scontare scende a 26. Chi deve scontare 20 anni per effetto del rito
abbreviato avrebbe anche i quattro anni di indulto. E la pena scenderebbe
quindi a effettivi sedici anni. Se pensiamo che a metà della pena si può
usufruire di regimi carcerari come la semilibertà dopo 8 anni l’assassino è già
fuori.
Anche la violenza sessuale è indultabile. Il
reato prevede pene dai 5 ai 14 anni come abbiamo già detto. La pena scenderebbe
a una forchetta da 1 a dieci anni di reclusione. Sappiamo bene che fino a due
anni di reclusione si ha anche diritto a regimi di pena alternativi come i
servizi sociali e i domiciliari. Si rischia quindi che uno stupratore
condannato a sei anni di reclusione non sconti nemmeno un giorno in carcere.
Reati minori
come i maltrattamenti in famiglia,
disciplinati dall’articolo 572 del codice penale rischiano di non essere
nemmeno puniti perché vengono puniti con una pena da uno a cinque anni di
reclusione.
E lo stalking, su cui il Governo Berlusconi
ci ha fatto una vera e propria campagna di sicurezza? Neanche quello è previsto
tra i reati non indultabili. E le pene? Dai sei mesi ai 4 anni di reclusione.
Risultato? Tuti sono liberi di perseguitare la propria vittima senza farsi un
giorno di carcere.
Questi disegni
di legge però vengono occultati. Nessuno pensa di farne una campagna per la
sicurezza delle donne. Nessuno dice: stiamo lavorando contro il femminicidio il
15 agosto. Certo è difficile che passi vista la larga maggioranza di cui ha
bisogno per passare. Ma solo aver concepito una legge del genere ci fa pensare
che non siamo in un Paese per donne. E la strada per esserlo è davvero lunga.