lunedì 18 novembre 2013

Dal Mondo: in Cile il presidente è donna, in Italia invece tutti i leader (tranne Laura Boldrini) sono uomini



Di Viviana Pizzi

Siamo lontani dall’Italia e lo siamo sia dal punto di vista geografico che delle politiche femminili. I forzisti italiani si affannano a definirsi attenti alle politiche femminili solo per aver ventilato la discesa in campo politico di Marina Berlusconi. Il Pd, nonostante abbia in Civati un buon esempio di politica femminile, ha mandato in campo comunque quattro uomini a contendersi la poltrona di segretario (Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Gianni Pittella). Il Movimento Cinque Stelle dal canto suo si affida a due leader uomini Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Chiudono il quadro la Lega Nord che si affida, al congresso, allo scontro tra Matteo Salvini e Umberto Bossi, Sel che ha come segretario Nichi Vendola (anche se si mostra meno maschilista lanciando in orbita Laura Boldrini alla presidenza della Camera), Italia dei Valori con Ignazio Messina e il Pdci con Paolo Ferrero.
Morale della favola: non solo non abbiamo un presidente della Repubblica donna ( il nostro è Giorgio Napolitano), non un premier donna ( il nostro è Enrico Letta), non abbiamo nemmeno un segretario di partito donna.
Cosa accade invece in Cile? L’esatto contrario perché a contendersi il ruolo di presidente della Repubblica sono proprio due donne. Cosa che non è riuscita nemmeno in Francia quando Segolene Royal ha perso lo scontro con Nicolas Sarkozy e nemmeno negli Stati Uniti quando Hillary Clinton perse le primarie con Barack Obama nel partito democratico.
In Cile Michelle Bachelet ha vinto il primo turno alle elezioni presidenziali. Sinistra e femminismo dovrebbero andare di pari passo. Ma nel Paese che fu di PinoEvelyn Matthei. Nella tornata elettorale di ieri si è aggiudicata il secondo posto. La sfida tra le due si svolgerà tra quindici giorni.
chet anche il candidato della destra è donna. Si chiama
Numeri alla mano Michelle Bachelet ha ottenuto il 46,6% dei voti e la Matthei il 25,2%. Il Cile avrà quindi un presidente donna. E in Italia? Dovremmo forse aspettare oltre il settennato di Napolitano per raggiungere il livello di femminismo di Santiago.

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