Di Viviana Pizzi
Ad ogni stupro che subiamo ci sentiamo dire: che cosa
indossavi? Eri ubriaca? Perché sei uscita da sola quella sera? Perché vai al
bar con le tue amiche e ti permetti di
prendere l’auto oppure tornare da sola a piedi?
Domande che lasciano le vittime spiazzate, che le
colpevolizzano. Che portano i dati del silenzio a livelli altissimi. Le
statistiche Istat lo dicono purtroppo: nove donne su dieci non denunciano.
Decidono di mettere nell’angolo della propria mente la loro esperienza.
Cercando di dimenticare quello che hanno subito. Si sa però che non è
possibile. Ferite del genere non si rimarginano subito. Ed è per questo che
nasce la campagna “Vogliamo riprenderci la notte”.
E insieme a essa una pagina facebook ad essa dedicata https://www.facebook.com/pages/Riprendiamoci-la-Notte-Ragazze/750488211633161?fref=ts.
E’ il primo post che racchiude tutto quello che le promotrici intendono per
riprendersi la notte.
“Vogliamo
riprenderci la notte – si legge nel post- Vogliamo divertirci, ballare,
camminare senza aver l'ansia di essere seguite o molestate. Non vogliamo
essere giudicate, Non vogliamo sentirci colpevolizzate se siamo oggetto
di attenzioni non volute. La
molestia e la violenza non sono colpa nostra, ma di chi la agisce!
Fotografatevi di sera, da sole o con le
vostre amiche, mentre siete al bar, mentre fate una passeggiata per le strade buie del vostro paese, in piazza,
mentre state tornando a casa o mentre state andando a prendere la macchina.
Esponete un
cartello "Riprendiamoci la Notte, Ragazze" e, se avete voglia,
personalizzatelo scrivendoci un vostro breve pensiero sopra. Poi inviate la foto alla pagina per messaggio privato in
modo che venga pubblicata. Riprendiamoci la
notte, ragazze!”.
Solo così, parlando ed
esponendosi, si può raggiungere l’obiettivo di dare una voce in più alle donne.
Che per troppo tempo sono rimaste in silenzio per paura di non essere credute e
per paura di essere colpevolizzati.
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