martedì 29 ottobre 2013

CIVATI, IL PD E LE DONNE: I PROBLEMI SONO IL MASCHILISMO E LA CULTURA PATRIARCALE



Di Viviana Pizzi
Un uomo che parla di questione maschile. A primo colpo questa dichiarazione potrebbe far pensare a qualcosa di becero, di assurdo maschilismo pronto  ad entrare ancora nella sfera politica. E invece no. Pippo Civati, candidato alla segreteria politica del Partito Democratico nel congresso dell’8 dicembre, pensa che il problema siano gli uomini. E la loro visione di argomenti scottanti come il femminicidio e la mancata applicazione della legge 194 sull’aborto.
DAL BLOG DI CIVATI E LA QUESTIONE MASCHILE
E’ stato accusato di aver dato troppo spazio alle argomentazioni di parte. E per questo motivo ha deciso di riaffermare il suo pensiero. Lo fa direttamente dal suo blog dicendo: Mi sono diffuso sulla questione maschile (non femminile, perché in questo Paese i problemi ce li hanno i maschi) e credo di aver fatto non bene, benissimo.
Poi ha sottolineato di non voler attaccare nessuno ma di voler mostrare il suo disaccordo con quella che è diventata la morale dominante. Che ha poco di morale e molto di dominante. Ed è così che definisce la cultura del maschilismo e l’incapacità di comprendere la cultura della differenza. La questione di genere per Civati è il primo problema da cui ripartire se si vogliono cambiare le cose. E mi sorprende che nel Pd si discuta di tutto e non delle cose (così) importanti.
LA QUESTIONE MASCHILE PUNTO PER PUNTO NEL PROGRAMMA DEL PD CIVATIANO
Civati sostiene che la formula ottocentesca “questione femminile” vada rovesciata. Ma non perché le donne non abbiano più problemi e siano diventate in tutto e per tutto uguali agli uomini. Ma perché sono gli uomini con la loro tenace “questione maschile” che producono iniquità, ingiustizie e violenze e che  rallenta lo sviluppo del Paese, che ne dimezza le potenzialità impedendo allo sguardo femminile  di applicarsi alla globalità dei problemi e di prendere parte alla formazione delle decisioni  pubbliche.
E’ grave per Civati che le cittadine di questo paese debbano porsi   in modo autodifensivo su tematiche ritenute “femminili”  dalla fecondazione assistita,  all’aborto, alla violenza e al femminicidio , questioni che invece hanno direttamente a che  vedere con la sessualità e i modelli maschili.
 CIVATI E LA FECONDAZIONE ASSISTITA
Secondo Pippo Civati la legge attuale sulla fecondazione assistita va cambiata.
Deve consentire – ha sottolineato - indagini pre-impianto sugli embrioni di coppie portatrici di malattie genetiche in conformità a  quanto sancito dalla Carta Europea dei diritti dell’uomo. Ma l’ingiustizia va in gran parte ricondotta a una concezione maschile della donna come mero contenitore di embrioni, nonché merce di scambio ideologico. Vanno inoltre adottate tutte le misure necessarie alla prevenzione  dell’infertilità maschile e femminile, in gran parte riconducibili alla ricerca tardiva dei figli a causa  di un’organizzazione maschile del lavoro che punisce le madri con dimissioni in bianco,  licenziamenti, interruzioni di carriera. Una diversa organizzazione, che tenga conto del pensiero delle donne sul lavoro, e un’autentica considerazione del valore sociale della genitorialità è il miglior presidio contro l’aumento dei casi di infertilità.
CIVATI E L’ABORTO
 Per Pippo Civati l’applicazione della legge 194 è fondamentale e ci vuole un’organizzazione migliore per la sua applicazione.
La non applicazione della legge 194 sull’interruzione di gravidanza - ha sottolineato-  e lo smantellamento dei  consultori corrispondono a logiche di carriera ospedaliera, con aumento vertiginoso  dell’obiezione di coscienza e alla salvaguardia degli interessi della sanità privata. Per il Pd è  tempo di far sentire la propria voce su questi temi per migliorare la diffusione di informazioni  sulle misure di contraccezione, anche attraverso corsi di educazione e informazione sessuale  nelle scuole, finalizzate a una condivisione della responsabilità procreativa da parte degli  uomini; di potenziare e modernizzare la proposta dei “vecchi” consultori familiari; di garantire  l’applicazione su tutto il territorio nazionale della legge 194/1978, anche stabilendo una  percentuale di personale non obiettore nelle unità ginecologiche degli ospedali pubblici.
 CIVATI E IL FEMMINICIDIO
La mentalità patriarcale e la questione maschile sono per Civati le cause principali del femminicidio. Ecco la sua ricetta per affrontare il fenomeno.
La violenza non può essere affrontata solo con provvedimenti di  ordine pubblico e di sicurezza. Il Pd deve porsi in ascolto della decennale esperienza dei centri  e delle associazioni antiviolenza, destinando adeguate risorse a queste realtà, promuovendo  interventi di sensibilizzazione nelle scuole e nelle Università, cambiando e certificando i libri di  testo che continuano a tramandare modelli rigidi e fuori tempo, sulla base dei quali alunni e  alunne formeranno le loro rispettive identità di genere e le loro relazioni; promuovendo una  formazione delle forze dell’ordine e di tutto il personale addetto; destinando parte delle risorse  all’accompagnamento e alla terapia degli stalker e dei sex offender per prevenire l’escalation  delle violenze fino al femminicidio”.
CIVATI E L’OCCUPAZIONE FEMMINILE
Occupare le donne è il primo passo per uscire dalla crisi per Civati.  
E’ alle donne che il mondo del lavoro fa pagare il prezzo della crisi, ostacolandone  l’ingresso, relegandole nei settori meno qualificati, mantenendo il gap salariale, obbligandole  alle dimissioni in bianco e a rinunciare al lavoro per motivi familiari, costringendole al ruolo di  “welfare vivente” per sopperire alla cronica e crescente carenza di servizi, sottoutilizzando le  più scolarizzate (il 56% dei laureati in Italia sono donne e l’Ocse calcola che nel 2020 saranno  il 70%), resistendo fortemente alla femminilizzazione dei board: ecco un’altra faccia  dell’irriducibile questione maschile nel nostro Paese, direttamente correlata alle sue molte arretratezze. Controprova: il trend positivo, nonostante la crisi, delle imprese create e gestite  da donne, che rispondono in modo autonomo alla chiusura del mondo del lavoro pur  trovandosi a dover superare numerosi ostacoli, come il più difficile accesso al credito  nonostante le donne siano mediamente più solvibili degli uomini”.
CIVATI IL PD E LE DONNE
Più in generale, il Pd deve assumere e fare fronte alla crisi di quella soggettività maschile,  attorno alla quale la società ha fin qui costruito il modello di sviluppo politico, sociale e culturale.  E deve in ogni modo favorire la partecipazione delle donne alla vita pubblica, non pretendendo  di inquadrarle nella rigidità delle strutture maschili, ma intendendole come portatrici di  irriducibile differenza e promotrici di quel cambio di civiltà politica di cui la nostra democrazia  affaticata ha estremo bisogno. Mai più senza le donne.


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