Pescara: il caso Bettega resta impunito. Una donna uccisa senza colpevole grazie alla prescrizione del reato

Di Viviana Pizzi

Come farla franca uccidendo la propria moglie. Il caso sembrerebbe da Cold Case ma è purtroppo un fatto realmente accaduto. A Pescara, nonostante la confessione, Giulio Cesare Morrone, marito di Teresa Bettega, è riuscito ad evitare il carcere nonostante la confessione. A emettere una sentenza corretta dal punto di vista giuridico ma allo stesso tempo assurda è stato il gup del tribunale di Pescara Gianluca Sarandrea.

Come è stato possibile archiviare tutto? Il giudice non ha riconosciuto l’aggravante dei futili motivi. Come se uccidere la propria moglie possa essere motivato anche con qualcosa di non futile ma giudicabile degno di un movente. Morrone non è più colpevole di omicidio volontario. Il reato, avvenuto nel marzo 1990 è stato infatti prescritto nel 2010 secondo l’articolo 157 del codice penale. Se ci fosse stata l’aggravante dei futili motivi diventava omicidio volontario aggravato e si sarebbe prescritto nel 2020. Solo i reati che prevedono l’ergastolo non contemplano la prescrizione.

Il pm aveva chiesto 16 anni di reclusione ma niente. Morrone sarà libero di agire e ha confessato proprio mentre sapeva di rimanere impunito. E un femminicidio rimarrà impunito proprio mentre c’è ancora chi tenta di negare l’emergenza.

Tutto questo è accaduto proprio perché il caso è stato archiviato con un allontanamento volontario ed è stato riaperto solo lo scorso anno, nel 2012. Quando il reato era ampiamente prescritto.

Il racconto di un uomo fu determinante per la ripresa delle indagini. Che aveva appreso il tutto tramite il padre spirituale di Morrone. Solo dopo la confessione del colpevole. Secondo quanto detto da Morrone, lui stesso si sarebbe sbarazzato del corpo della moglie, portandolo vicino Ferrara e gettandolo in un canale.

"È un omicidio impunito – hanno dichiarato i parenti  -  Si è solo liberato di un peso. Ha studiato tutti i particolari. Adesso sarà tranquillo. Ha fatto uscire fuori la verità quando sapeva che sarebbe intervenuta la prescrizione - ha commentato, in lacrime, la sorella della vittima - nel frattempo si è goduto la vita".

Di diverso avviso la sorella di Morrone: "In questa storia - ha affermato la donna - non ci sono né vincitori né vinti". Mentre lui, parlando con i cronisti presenti in aula, si è limitato a dire "Sia lodato Gesù Cristo".

E intanto una vittima non ha ricevuto giustizia.